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A chi rivolgersi per fare causa all’INPS

L’INPS, acronimo che sta per Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, è un ente previdenziale incaricato di gestire il nostro sistema pensionistico e a cui devono essere necessariamente iscritti tutti i lavoratori dipendenti, sia essi pubblici che privati. Hanno l’obbligo di iscrizione all’INPS anche i lavoratori autonomi se non muniti di una propria cassa previdenziale.

Questo ente rappresenta il centro nevralgico del futuro economico di ogni cittadino e purtroppo, non è scevro da errori e difetti che possono rischiare di danneggiare ciascuno di noi. Come può difendersi dunque il cittadino da conclamati errori effettuati dall’INPS? Ovviamente attraverso la legge ed in particolar modo attraverso lo strumento del ricorso amministrativo in prima istanza, e a seguire attraverso una vera e propria causa.

Cos’è l’INPS

La storia della previdenza sociale parte da molto lontano, era infatti il 1898 quando venne fondata la Cassa Nazionale di Previdenza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai. L’ente, inizialmente volontario, divenne obbligatorio nei primi anni del ‘900 assumendo il nome di Cassa nazionale per le assicurazioni sociali.

Con l’avvento del fascismo, la Cassa subisce una nuova evoluzione, diventando per decreto regio del 1933, Istituto nazionale fascista della previdenza sociale (INFPS) con a capo il presidente Giuseppe Bottai, seguito poi da Bruno Biagi.

L’acronimo INPS venne “coniato” nel 1943 e fu data all’ente la caratteristica di personalità giuridica a gestione autonoma con lo scopo di garantire le prestazioni previdenziali ai lavoratori.

In 70 anni di storia l’Istituto ha spesso cambiato pelle ed attualmente il sistema di finanziamento è così composto:

le pensioni e le altre prestazioni previdenziali vengono erogate dall’INPS con le imposte derivanti dal 70% dai contributi obbligatori tramite l’applicazione di aliquote di scopo (aliquota contributiva pensionistica di finanziamento) e dal 30% dai trasferimenti da parte dello Stato tramite la fiscalità generale che finanzia le attività di assistenza sociale.

L’INPS oggi svolge numerose attività che possiamo riassumere in:

attività previdenziali: pensione di vecchiaia; pensione di anzianità; pensione di reversibilità; pensione di invalidità; pensione di inabilità; pensione supplementare di vecchiaia; pensione in convenzione internazionale per il lavoro svolto all’estero

attività di sostegno del reddito: indennità di disoccupazione, indennità di malattia interventi della cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria, indennità di maternità, assegno al nucleo familiare, interventi per le cure balneo-termali, interventi per la mobilità, interventi del fondo di garanzia TFR, interventi per la TBC, interventi per la disoccupazione agricola, interventi per legge 2 maggio 1990, n. 104, pagamento delle prestazioni assistenziali erogate dal comune (assegno dopo terzo figlio), gestione delle visite mediche di controllo ai lavoratori privati, gestione delle autorizzazioni per il diritto agli assegni al nucleo familiare, dichiarazione ISEE (indicatore della situazione economica equivalente)

attività assistenziale: si tratta di “pensioni” come l’invalidità civile o l’assegno sociale che vengono gestite al di fuori del rapporto assicurativo attraverso finanziamenti derivanti direttamente dallo Stato.

attività ispettiva: l’INPS è incaricata di controllare e di vigilare sul corretto versamento dei contributi secondo gli obblighi di legge che vincolano il lavoro subordinato.

altre attività: l’INPS si occupa di gestire le visite mediche per l’accertamento dell’invalidità; la gestione della banca dati per l’ISEE; la concessione di caselle PEC.

Risarcimento danni per errori INPS: Il ricorso amministrativo e la causa legale

Nel caso in cui ci troviamo nella situazione di aver riscontrato errori da parte dell’INPS ad esempio sui conteggi della pensione o su un trattamento previdenziale non riconosciuto, possiamo seguire un iter legale al fine di ottenere quanto ci spetta ed eventualmente richiedere un risarcimento danni.

Il primo step da seguire è quello di esperire un Ricorso Amministrativo diretto allo specifico organo dell’INPS che ha la competenza a decidere sul caso. Se il ricorso darà esito negativo sarà possibile rivolgersi al Giudice previdenziale, al tribunale e a tutti gli altri enti preposti alla tutela legale del cittadino. Questa azione preliminare (il ricorso) su cui delibera l’organo interno dell’INPS, è necessaria al fine di procedere successivamente ad un’eventuale azione giudiziaria.

Perché tale azione possa essere considerata “procedibile” devono verificarsi le seguenti ipotesi:

  1. é stato concluso il ricorso amministrativo con decisione negativa
  2. vi è stata una pronuncia da parte dell’organo competente
  3. sono decorsi 90 giorni dalla data di proposizione del ricorso (se è previsto un termine per la decisione non viene assunta la regola dei 90 giorni ma il cosiddetto silenzio-rigetto).

ATTENZIONE: esistono dei casi in cui lo step del Ricorso amministrativo non è necessario per adire una causa giudiziaria e possono essere così riassunti:

il ricorrente chiede un provvedimento d’urgenza

la domanda riguarda un giudizio già instaurato dalla pubblica amministrazione

nei procedimenti di opposizione a cartelle di pagamento

quando il caso riguarda solo l’interpretazione da dare ad una disposizione di legge

quando il caso riguarda semplici errori di calcolo delle prestazioni previdenziali (in questa eventualità si può presentare istanza all’INPS in autotutela).

Come inviare un Ricorso Amministrativo all’INPS

Come accennato prima, il ricorso all’INPS va indirizzato all’organo competente del caso per cui stiamo facendo domanda entro 90 giorni dall’arrivo dell’atto amministrativo oppure dal 121° giorno successivo a quello di presentazione della domanda in caso di silenzio rigetto.  Ma come si fa ad inviare un ricorso amministrativo all’INPS? Se siete in possesso di PIN dell’INPS o di codice SPID (identità unica digitale), è possibile utilizzare il sito dell’ente nella sezione Servizi per il Cittadino—Ricorsi Online. Se invece non avete questi dati, potete richiedere un ricorso amministrativo tramite un patronato o un intermediario (consulente del lavoro per esempio).

Come fare causa all’INPS

Se avete fatto il ricorso amministrativo seguendo quanto detto fin’ora e avete ricevuto un parere negativo, è finalmente tempo di ricorrere ad un giudice ed intentare una causa all’INPS. Come fare?

Vi basterà inoltrare il ricorso ai seguenti organi e attendere il normale iter di legge:

al Giudice Previdenziale  per tutte le controversie che riguardano: assicurazioni sociali per lavoratori dipendenti ed autonomi professionisti, infortuni sul lavoro e malattie derivanti dal lavoro, contratti e accordi collettivi, prestazione di previdenza ed assistenza obbligatoria, assegni familiari, inosservanza degli obblighi del datore di lavoro, risarcimento danni per errori dell’INPS sulla posizione contributiva, costituzione forzosa di una rendita vitalizia.

alla Corte dei Conti per le controversie che riguardano: pensioni, assegni di indennità

al Tribunale Ordinario per le controversie riguardanti la previdenza complementare

al Giudice di Pace per i casi riguardanti interessi e accessori

al TAR per gli interessi legittimi